Ho rinunciato a molte cose ma le uscite di gruppo sono quelle che mi sono mancate di più, e che mi sono pesate.
Oggi mi sono resa conto che se non fosse per questa mia difficoltà sarei partita senza neanche pensarci, sarei stata entusiasta com'ero una volta perché lì c'è sempre stato un posto per me.
Guardavo le foto appena scattate e pubblicate su facebook, immaginavo la situazione più sfavorevole e mi dicevo che era stato un bene non andare, che non ce l'avrei fatta, che me la sarei vissuta male. Poi facevo caso alle espressioni, ai sorrisi, alle pose.. e cavolo, quanto avrei voluto esserci.
Mi manca, mi manca tutto.
Mi manca suonare la chitarra con loro, mi manca quel senso di appartenenza, quel condividere ogni momento della giornata e il Parlare. Ho smesso di parlare e non ne sono più capace. Parlare non è come andare in bicicletta, che una volta imparato non lo scordi più. Cambiano le modalità, con il tempo. Cambiano gli approcci e le parole, e restare indietro è stato un problema, un problema opprimente.
L'altra sera mi hanno intervistato alla radio per via del libro; 5 minuti, un paio di domande tutt'altro che specifiche di quelle che improvvisi e parli a raffica cercando di comprimere in poco tempo tutto quello che vuoi dire. Non ce l'ho fatta, e non c'entra l'emozione. Ho blaterato cose in cui non credevo davvero, ho ripetuto la stessa frase almeno 3 volte ed è stato frustrante. Non che io sia mai stata una persona spigliata, ma mai neanche a questi livelli, del tipo che anche una qualsiasi banale conversazione mi mette in difficoltà. E poi mi meraviglio se con le persone che reputo 'di più' (e che cos'è questo 'di più'... beh è un'altra storia) non spiccico parola, anche se le cose da dire le ho, anche se la voglia di chiedere e raccontare c'è.

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